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Vale un mese: Giornata Internazionale della Sicurezza sul Lavoro

Giornate Internazionali - Daniela Lafratta - 3 Aprile 2023

Non un altro lavoratore dell’ILVA, abbia ancora ad ammalarsi o a morire o ad essere comunque esposto a tali pericoli, a causa delle emissioni tossiche del siderurgico

(D.ssa Patrizia Todisco – Processo Ambiente svenduto – Taranto, 25 luglio 2012)

Istituita nel 2003, dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL),  la Giornata richiama l’attenzione sul tema della prevenzione degli infortuni e delle malattie sul lavoro stante il diritto di lavoratrici e lavoratori a svolgere le proprie mansioni in un ambiente sicuro e sano.

Come documentato nelle conclusioni della Conferenza Internazionale del lavoro del giugno 2003, la celebrazione è parte integrante della strategia globale sulla sicurezza e la salute sul lavoro dell’OIL ove uno dei  principali pilastri è la necessità di innalzare il profilo politico della sicurezza e della salute sul lavoro.

La campagna di sensibilizzazione, così ideata e attuata anche attraverso la celebrazione annuale è intesa a focalizzare l’attenzione internazionale sull’entità del problema e su come la promozione e la creazione di una cultura della sicurezza può contribuire a ridurre il numero di decessi e infortuni sul lavoro.

La sensibilizzazione, perché sia efficace, deve necessariamente coinvolgere molteplici attori. Da un lato, infatti, tutti coloro che prestano attività lavorativa devono essere appropriatamente formati e informati sui rischi della propria mansione, sulle modalità di protezione e sulla responsabilità che grava su ogni singolo nel dover evitare il pericolo, per sé e per gli altri, affinché ogni lavoratore sia parte attiva nella prevenzione.

Su altro fronte, affinché l’obiettivo possa essere proficuamente raggiunto, incombe sui datori di lavoro la responsabilità di garantire non solo un ambiente di lavoro sicuro e sano ma anche la vigilanza sul rispetto delle norme in tale ambito. E ancora, è imprescindibile il dovuto impegno delle istituzioni, responsabili di ideare, fornire e mantenere infrastrutture, anche normative, necessarie a garantire piena occupabilità e sicurezza di lavoratori e lavoratrici in un quadro di imprese sicure e prosperose.

Sotto tale aspetto le politiche nazionali devono mirare alla programmazione di efficaci sistemi di ispezione in tema di sicurezza e di salute sul lavoro ovvero convergere verso tecniche di produzione sostenibile che, in applicazione del principio di precauzione del diritto europeo vada a salvaguardare la salute dei lavoratori impiegati nel settore industriale.

L’era che viviamo, non può tacersi, ci impone ulteriori riflessioni e maggior attenzione al nuovo modo di vivere il lavoro che, da un lato è fortemente variato in costanza di pandemia e dall’altro è travolto dalla rivoluzione tecnologia e informatica che richiede rinnovate consapevolezze e nuove tutele. In tal senso, non può non tenersi conto dei rischi professionali causati dalla rivoluzione digitale e dalle nuove tecniche di produzione ma anche dai cambiamenti sociali o organizzativi che hanno introdotto nuove condizioni di lavoro. Queste, in particolar modo, hanno imposto carichi di lavoro più elevati, cattive condizioni associate alla migrazione per il lavoro, posti di lavoro (sovente non pienamente regolare) nell’economia informale.

Vi è di più, sono da considerarsi le forme emergenti di occupazione con particolare attenzione alle modalità di svolgimento del lavoro agile che, non perché svolto fuori dai locali aziendali, può considerarsi privo di rischi. Anche in tale ambito è quantomai necessario equipaggiare la forza lavoro degli opportuni strumenti ovvero dell’indispensabile formazione, al fine di tutelare tanto la salute e la sicurezza della persona ma anche dei dati aziendali, ivi del suo patrimonio.

Tutto ciò considerato non si può tralasciare che, nonostante il proliferare di norme, gli incidenti sul lavoro ovvero le malattie contratte a causa del lavoro restano ancora in numero troppo alto per essere in misura accettabile. Basti guardare gli ultimi dati diffusi dall’Inail. Alla data dello scorso 31 dicembre, gli infortuni denunciati nel 2022 sono stati 697.773, in aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. A livello nazionale i dati evidenziano, in particolare, un incremento rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28,0%) sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,9%).

La strada da seguire è pertanto in perenne evoluzione e i dati ci consegnano un sistema non adeguatamente sufficiente a tutelare il bene primario della salute.

Se è vero che tanti sono stati i progressi fatti non è altrettanto vero che essi, ragguagliati alle continue trasformazioni del lavoro e nel lavoro, possano dirsi sufficienti.

È per questo che l’impegno sinergico di lavoratori e lavoratrici, parti datoriali, istituzioni e parti sociali non deve mai arrestare il proprio fare in una chiave di lettura partecipativa affinché tutti possano lavorare in piena e concreta sicurezza quali attori dell’intero processo.

La Giornata Internazionale della Sicurezza sul Lavoro si pone così quale indispensabile momento di celebrazione aprendo il sipario, che non dovrebbe mai chiudersi, sul confronto e miglioramento continuo delle condizioni di lavoro.

 

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