BLOG

Tutela dei diritti umani e democrazia nel mondo: approvata la Risoluzione EU

Giornate Internazionali - Carmela Garofalo - 27 Marzo 2023

È del 18 gennaio 2023 la Risoluzione del Parlamento europeo sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia, nelle cui righe si scorge la volontà del legislatore europeo di ribadire, ancora una volta, l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani nonché la dignità intrinseca di ciascun essere umano.

L’impegno profuso dalle istituzioni europee, che si inserisce nel solco tracciato dal Piano d’azione europeo per i diritti umani e la democrazia 2020-2024, si muove in direzione del raggiungimento di un’azione coerente e unitaria tra l’Unione europea e i suoi Stati membri che possa assicurare la tutela dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della dignità di ciascun essere umano.

Il Parlamento europeo, in tale contesto, ha espresso viva preoccupazione per le gravi minacce ai diritti umani e alla democrazia in tutto il mondo riscontrando che, nell’ultimo anno, quasi il 75% della popolazione mondiale ha visto peggiorare la situazione dei diritti umani nel proprio Paese.

Si tratta di considerazioni che trovano spiacevole applicazione con riferimento ai diritti delle donne, alla emancipazione femminile e alla parità di genere, ai diritti dei minori, ai diritti degli anziani e ai diritti delle persone con disabilità e che non possono non essere accompagnate dalla constatazione, emergente nel testo della Risoluzione, per cui l’accesso al lavoro risulta ancora ostacolato dal fenomeno del razzismo e da comportamenti discriminatori e xenofobi.

Con riguardo ai diritti delle donne, il Parlamento europeo ha denunciato che nessun Paese ha ancora conseguito l’uguaglianza di genere: continuano a persistere una diffusa violenza e reiterate discriminazioni in tutte le regioni del mondo. A riprova di tali riscontri, il legislatore europeo ha denunciato che le donne, nonostante gli sforzi dell’Unione europea, sono ancora una minoranza nelle posizioni dirigenziali, guadagnano meno degli uomini per le stesse responsabilità e posizioni, e le loro competenze e abilità sono sottovalutate o sminuite nel mercato del lavoro a causa del loro genere.

Al fine di garantire il pieno godimento dei diritti umani da parte delle donne e le pari opportunità per tutti, il Parlamento ha individuato tre direzioni da seguire.

In primo luogo, ha invitato l’Unione europea e i suoi partner internazionali a intensificare i loro sforzi chiedendo altresì l’eliminazione a livello mondiale delle leggi e delle pratiche che impediscono alle donne di esercitare i loro diritti, come quello al lavoro.

Ha esortato poi gli Stati inadempimenti a ratificare e attuare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (nota come Convenzione di Instanbul).

In terzo luogo, ha ribadito la necessità di un’azione risoluta per garantire la piena attuazione del Gender Action Plan III onde elaborare una politica volta a combattere le molteplici forme di discriminazione cui devono far fronte milioni di donne e ragazze vittime di violazioni dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali basate sulla casta, tra cui abusi e violenze sessuali, sfollamenti, lavoro forzato e/o coatto, prostituzione e tratta.

Con riguardo ai diritti dei minori, il Parlamento ha segnalato il massiccio ricorso al lavoro dei minori e al lavoro infantile forzato, prendendo atto del numero elevato di bambini nel mondo costretti a lavorare, di solito in condizioni pericolose, in luoghi di difficile accesso come i pozzi di miniera, nell’estrazione di materie prime, nell’industria e nell’agricoltura. Dati allarmanti che si colorano di maggiore gravità ove si pensi che il 2021 è stato l’Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile.

Su questo fronte, il Parlamento, dopo aver ricordato la politica di tolleranza zero dell’Ue nei confronti di tali pratiche, ha invitato i Paesi a ratificare con urgenza la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo

Con riguardo ai diritti degli anziani e ai diritti delle persone con disabilità, il legislatore europeo ha esortato l’Ue e gli Stati membri a superare gli ostacoli all’occupazione accogliendo con favore, nel secondo caso, l’adozione della Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 quale strumento per assicurare il pieno rispetto dei loro diritti in tutto il mondo. In tale contesto, ha sottolineato la necessità di un dialogo strutturato con le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità nei paesi partner per garantire un coinvolgimento efficace nella pianificazione, nell’attuazione e nel monitoraggio degli strumenti di finanziamento esterno dell’Ue, e ha chiesto che le delegazioni dell’Ue ricevano investimenti, formazione e sviluppo di capacità al fine di attuare le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità in materia di azione umanitaria e cooperazione internazionale.

Anche l’attività dei sindacalisti, emerge dal Documento, incontra non pochi ostacoli nel suo pieno e libero esplicarsi. Infatti, con riguardo alla libertà di espressione e al diritto all’informazione, il Parlamento europeo ha espresso preoccupazione per il diffondersi di azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (cd. SLAPP) per mettere a tacere, tra l’altro, i sindacalisti e i difensori dei diritti umani. In tale ambito, spetta alla Commissione e al Servizio Europeo per l’Azione Esterna, in coordinamento con gli Stati membri, contrastare detta prassi e includere orientamenti sulle modalità attraverso cui garantire una protezione efficace alle vittime delle SLAPP, anche attraverso l’assistenza finanziaria per il sostenimento delle spese legali.

Ancora, sul fronte imprese, commercio e diritti umani, il legislatore europeo ha accolto con favore la proposta di direttiva della Commissione relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità quale passo verso la promozione di un comportamento responsabile che miri alla tutela dei diritti umani, del lavoro e ambientali. Per quanto riguarda l’ambito soggettivo di applicazione della direttiva, si legge, essa dovrebbe applicarsi a tutte le grandi imprese e alle piccole e medie imprese quotate in borsa o che operano in settori economici o regioni del mondo ad alto rischio. A tali fini, è stata ribadita la necessità di chiedere alle imprese di dar conto del loro operato attraverso meccanismi giudiziari, ivi inclusa la responsabilità civile.

Condotta tale panoramica, il Parlamento europeo ha condannato tutte le forme di lavoro forzato e schiavitù moderna denunciando che, secondo l’ultima relazione Global Estimates of Modern Slavery, tra il 2016 e il 2021 il numero di persone sottoposte a lavoro forzato è aumentato di 2,7 milioni, attestandosi a 17,3 milioni soltanto nel settore privato.

Tendenze, queste, che la pandemia da Covid-19 ha esacerbato. La crisi, infatti, ha comportato anche un deterioramento delle condizioni di lavoro per molti lavoratori, che in taluni casi si è tradotto in lavoro forzato. Per contrastare tale fenomeno, l’Ue e i suoi Stati membri sono stati invitati ad assumere iniziative in seno ai consessi multinazionali assicurando piena attuazione ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani anche attraverso l’adozione di piani d’azione nazionali su imprese e diritti. È stata, inoltre, accolta con favore la proposta di regolamento della Commissione che vieta i prodotti ottenuti con il lavoro forzato sul mercato dell’Unione.

In conclusione, non si possono nascondere serie preoccupazioni circa lo stato attuale dei diritti umani e della democrazia del mondo. L’analisi dei dati reclama un’immediata azione sinergica e concreta dell’Unione europea e degli Stati membri alla luce della considerazione per cui, come emerge dalla Risoluzione, la coerenza tra le politiche interne ed esterne dell’Ue è un elemento imprescindibile per la credibilità e l’efficacia della politica europea in materia di diritti umani.

La strada da percorrere per garantire il pieno rispetto dei valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, è ancora molto lunga. La Risoluzione, tuttavia, rappresenta un passo in avanti e va guardata con fiducia.

L’auspicio è che l’Unione europea e gli Stati membri possano accogliere le esortazioni e gli inviti promossi nei loro confronti e porre al centro delle rispettive politiche l’efficace tutela e difesa dei diritti umani e della dignità.

Potrebbe interessarti anche