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On-line il Rapporto ILGA 2023 sui sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTQIA+ in Europa e in Asia Centrale

Attualità - Nicola Deleonardis - 16 Marzo 2023

 

La sezione europea dell’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association) ha pubblicato il Rapporto 2023 sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTQIA+ in Europa e in Asia Centrale.

Secondo la relazione introduttiva dell’ILGA redatta per la Commissione Affari sociali del Parlamento europeo, il 2022 è stato “l’anno più violento dell’ultima decade per le persone LGBT”: recrudescenza dei discorsi d’odio, omicidi a sfondo omofobico/transfobico e suicidi scandiscono l’anno appena trascorso, mettendo a dura prova la tenuta dei diritti delle persone LGBTQIA+ garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Il Rapporto esamina le maggiori difficoltà affrontate dalle persone LGBTQIA+ nell’accesso al cibo e al lavoro, sino ad approfondire altri aspetti quali hate speech e omogenitorialità, rilevandone un peggioramento delle condizioni di vita. Come evidenzia l’analisi, l’indebolimento dei diritti delle persone LGBTQIA+ in Europa coincide con un progressivo “spostamento verso l’estrema destra” dei governi recentemente eletti in alcuni paesi europei.

Emblematica è la condizione di vulnerabilità dei migranti LGBTQIA+ derivante dall’introduzione in alcuni paesi, come in Svezia o Lituania, di una serie di misure restrittive in materia di politica migratoria, che ne ostacolano l’accoglienza e la protezione.

Su di un altro piano si pongono i discorsi d’odio e di incitamento all’odio, che sono strettamente collegati al moltiplicarsi negli ultimi 12 mesi degli episodi di violenza contro le persone LGBTQIA+. Il Rapporto rileva che i crimini d’odio sono in crescita anche in Francia e Germania, nonostante abbiano una forte tradizione liberaldemocratica e dispongano di un consolidato dispositivo di norme antidiscriminatorie.

Passando ad analizzare la specifica situazione italiana, ne emerge una fotografia a tinte fosche: nonostante il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione dell’IDAHOBIT, abbia pronunciato un discorso a favore dei diritti delle persone LGBTQIA+, persistono condotte palesemente discriminatorie, che hanno portato in alcuni casi anche al suicidio, e violenze a sfondo omobitransfobico. Secondo il Rapporto, tali condotte sono aumentate  soprattutto a seguito dell’elezione del nuovo governo a trazione ultradestra.

A settembre l’Europa ha adottato una Risoluzione che condanna fermamente la crescita dell’odio e della violenza contro le persone LGBTQIA+, così come gli attacchi, sia verbali, sia per via legislativa, provenienti direttamente da alcuni Stati membri dell’UE. La Risoluzione accoglie con favore le procedure di infrazione avviate dall’UE contro Ungheria e Polonia sulla base della violazione dei diritti LGBTQIA+ e invita gli Stati membri a rispettare l’integrità psico-fisica di tutte le persone, vietando le mutilazioni genitali intersessuali, la sterilizzazione forzata e la cosiddetta «terapia di conversione», pratica quest’ultima non ancora scomparsa in Italia.

Nonostante la Risoluzione e le altre azioni messe in campo dall’UE (v. la LGBTIQ Equality Strategy 2020-2025), i principi che informano l’ordinamento comunitario (v., tra gli altri, il Diritto all’integrità della persona, art. 3, e il Divieto di discriminazione, art. 21, della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea) sembrano non trovare ancora oggi concreta applicazione.

Per approfondire

Rapporto 2023 ILGA

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