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Lotta alle discriminazioni omotransfobiche nelle scuole: uno studio francese ne evidenzia l’impatto positivo sulla società

Attualità - Nicola Deleonardis - 17 Luglio 2023

Parlare di discriminazioni nelle scuole favorisce una maggior inclusione delle persone LGBT+ nella società. Lo rivela un recente report che presenta i risultati dell’attività condotta nella regione francese di Parigi dall’associazione per i diritti delle persone LGBTQIA+ SOS Omophobie, che dal 2018 al 2022 ha coinvolto oltre 10.000 studenti di età compresa tra 13 e 18 anni.

Per quasi 20 anni, SOS omophobie ha partecipato con le proprie attività nelle scuole secondarie della Francia, svolte nel quadro di un accordo siglato con il Ministero della pubblica istruzione francese per “attività educative complementari all’istruzione pubblica”

Il formato della sessione progettato da SOS Omophobie è volto a creare uno spazio sicuro in cui gli studenti possano esprimersi liberamente. I volontari si siedono in cerchio con gli studenti e insieme definiscono le regole della discussione, in un processo di co-costruzione che stabilisce alcuni principi basilari della buona comunicazione (essere gentili, parlare a turno, tenere riservate le informazioni scambiate) e permette ai partecipanti di esprimersi senza alcun timore.

Dai risultati del Report emerge che l’intervento di SOS Omophobie possa definirsi “trasformativo”, poiché produce un impatto positivo sugli studenti rispetto all’inclusione delle persone LGBTI+ per almeno tre mesi dopo la sessione.

Nelle scuole secondarie di primo grado (collèges) le sessioni aumentano la percentuale di studenti (del 20%) che sono consapevoli delle conseguenze prodotte dalle molestie verso le persone LGBT+.

Nelle scuole secondarie superiori (lycées), le sessioni soddisfano tutti gli obiettivi previsti:  1) nella categoria “atteggiamento”, aumenta la percentuale di studenti che sono in grado di fornire assistenza informata a uno studente LGBTI+ vittima di bullismo e la percentuale di studenti che si sentono a proprio agio se seduti indistintamente accanto a uno studente LGBT+ o non LGBT+; 2) nella categoria “comprensione”, aumenta la quota di studenti che comprendono che essere LGBTI+ non è una scelta; 3) nella categoria “consapevolezza”, aumenta la presa di coscienza degli studenti rispetto alle conseguenze che le molestie possono produrre sulle persone LGBTI+.

L’impatto positivo è elevato sia nel caso di ragazzi, sia di ragazze e rafforza così i processi di inclusione (che aumenta di oltre il 10%).

Le dinamiche di gruppo negative sono meno probabili nelle scuole che SOS omophobie ha visitato almeno una volta negli ultimi 5 anni, il che suggerisce l’importanza dell’esposizione ripetuta degli alunni ad attività preventive. Quando non vi è alcun coinvolgimento dell’Associazione, invece, la ricettività degli studenti all’inclusione LGBTI+ è limitata. Coerentemente con i risultati precedenti, la ricettività all’inclusione delle persone LGBT+ è più elevata tra gli studenti provenienti da scuole in cui il background sociale medio è superiore alla media nazionale, nonché tra gli studenti iscritti a percorsi accademici generali piuttosto che a corsi professionali o tecnologici.

Per approfondire

Report SOS Omophobie

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