La violenza ostetrica come ingiustizia epistemica: la nascita contestata
Condividiamo il saggio di Ester Massó Guijarro, Doctora en Filosofía y Antropología. Profesora titular de Filosofía Moral, Departamento de Filosofía I, nell’Universidad de Granada, Spagna.
Massó Guijarro fa parte dell’Equipe di Ricerca del Progetto MARIE SKŁODOWSKA-CURIE ACTIONS, Staff Exchanges, “IPOV-RESPECTFULCARE”, P.i. la docente UNIUD Prof.ssa Antropologa Patrizia Quattrocchi che, approfondendo il tema della violenza ostetrica per un’assistenza rispettosa alla maternità e al parto, intende proporre un strumento concreto (la Piattaforma Internazionale sulla maternità e il parto, IPOV); collegando la ricerca accademica, la formazione degli operatori sanitari, la prospettive delle donne e l’impegno pubblico sulla questione.
Questo articolo inquadra teoricamente la questione della violenza ostetrica come ingiustizia epistemica, attingendo fortemente alla filosofia fenomenologica femminista, nel quadro generale della bioetica narrativa e della lotta per i diritti sessuali-riproduttivi.
La prima sezione affronta il concetto di violenza ostetrica, sottolineando il ruolo pionieristico dell’America Latina nella sua coniazione e riconoscimento, nonché le sue applicazioni empirico-ermeneutiche.
Nella seconda sezione, si considera come il concetto di violenza ostetrica sia stato analizzato attraverso la lente dell’ingiustizia epistemica (nelle sue due versioni: testimoniale ed ermeneutica), che ha significato importanti progressi nella sua comprensione sistemica e nella sua natura biopolitica.
Le conclusioni dell’articolo evidenziano la piena rilevanza empirico-teorica del termine, come concetto filosofico di spessore, nonostante le tensioni esistenti tra il settore biosanitario (soprattutto medico) e le richieste dei cittadini.