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Vale un mese: la Giornata Internazionale delle Cooperative

Giornate Internazionali - Giulia Colombo - 1 Luglio 2023
A partire dal 1995, il primo sabato di luglio di ogni anno si festeggia ufficialmente la Giornata Internazionale delle Cooperative , che è stata istituita dall’Assemblea generale con risoluzione A/RES/49/155 . Il tema di quest’anno, individuato dall’ International Cooperative Alliance (ICA) e dalle Nazioni Unite, è rappresentato dallo slogan Cooperatives for sustainable development” . Vedremo, quindi, come il modus operandi delle cooperative contribuisca alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) addottati dall’Agenda 2030 dell’ONU per un mercato del lavoro “più sostenibile”. Il modello cooperativo, rispetto alle imprese profit , presenta un sistema decisionale e organizzativo improntato sui principi cooperativi e sui valori (cooperativi) ed etici attualmente elencati nella Dichiarazione d’Identità Cooperativa adottata dall’ICA nel 1995 . L’ICA è un organismo mondiale fondato nel 1895 a Londra per iniziativa del movimento cooperativo inglese, che rappresenta a livello internazionale le cooperative di tutto il mondo e raggruppa le varie organizzazioni cooperativistiche dei diversi movimenti nazionali. La Dichiarazione per la prima volta definisce le cooperative come «un’associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare i loro comuni bisogni e aspirazioni economiche, sociali e culturali attraverso un’impresa di proprietà comune e controllata democraticamente». Si deduce come le cooperative siano capaci di offrire alle persone l’opportunità di unirsi, per soddisfare i loro comuni bisogni attraverso beni e servizi offerti a prezzi più equi . I valori cooperativi sono norme generali per il compimento di ogni azione e decisione da parte dei membri di cooperativa, che si basano sull’auto-aiuto, sull’auto-responsabilità, sulla democrazia, sull’uguaglianza, sull’equità e sulla solidarietà . I valori etici sono, invece, l’onestà, l’apertura, la responsabilità sociale e la cura degli altri . Oltre ai citati valori, la Dichiarazione contempla sette principi , che costituiscono le linee guida attraverso le quali le cooperative attuano i valori e sono: i) l’adesione libera e volontaria; ii) il controllo democratico dei soci; iii) la partecipazione economica dei soci; iv) l’autonomia e l’indipendenza; v) l’educazione, la formazione e l’informazione, vi) la cooperazione tra cooperative; vii) la preoccupazione per la comunità. Tali principi sono stati, tuttavia, inglobati all’interno della Raccomandazione dell’ILO n. 193/2002 , costituendo fonte di diritto pubblico internazionale. Lo slogan lanciato per la Giornata Internazionale delle Cooperative 2023, che considera cooperative e sviluppo sostenibile due facce della stessa medaglia, trova supportato, in particolare, nel Settimo principio “preoccupazione per la comunità” , secondo cui « le cooperative lavorano per lo sviluppo sostenibile delle loro comunità attraverso politiche approvate dai loro soci» . Per comprendere, tuttavia, il campo d’azione e il contenuto del Settimo principio è necessario prima ripercorrere l’evoluzione storica che ha portato alla sua adozione. L’attuale Dichiarazione d’identità cooperativa del 1995 è il frutto della revisione e integrazione dei principi e valori cooperativi contenuti nelle due precedenti dichiarazioni formali risalenti al 1937 e al 1966. Infatti, il Settimo principio è stato introdotto solo con la Dichiarazione del 1995, perché prima era inglobato nel Sesto principio “cooperazione tra cooperative”. L’esigenza di riconsiderare e rinnovare i “vecchi” principi nasce già dal 1980 a causa dei mutati assetti economici e politici a livello mondiale e dalla necessità di guidare le cooperative del ventunesimo secolo. Con riferimento al Settimo principio, la prima occasione di riflessione viene offerta dal report “Co-operatives in the year 2000” predisposto da Alex Laidlaw per il Congresso di Mosca dell’ICA del 1980 , che evidenzia, per la prima volta, la necessità di costruire una “ conserver society , per affrontare le questioni ambientali attraverso lo sviluppo di comunità basate sulla cooperazione. Più tardi, al Congresso di Stoccolma del 1988 , l’allora presidente dell’ICA Lars Marcus invita il movimento cooperativo internazionale a riflettere sul valore “prendersi cura degli altri” , quindi su come le cooperative si relazionano con la comunità e se questo può considerarsi un segno distintivo di tale modello. La risposta è chiara, perché secondo il Comitato dell’ICA, presieduto da Sven Åke Böök , la preoccupazione per le comunità rappresenta lo “spirito cooperativo” . Invero, nel successivo report dei lavori titolato “ Co-operative values in a changing world ”, redatto dal medesimo presidente del comitato e presentato al Congresso ICA del 1992 a Tokyo, si afferma l’importanza del ruolo delle cooperative per la lotta all’emancipazione sociale ed economica delle persone e come tutti i valori cooperativi siano diretti alla giustizia sociale ed economica . Le cooperative sono, dunque, capaci di realizzare una società migliore, perché grazie alla loro organizzazione riescono a prendersi cura degli altri e della comunità in cui operano. Si rileva, oltretutto, come il dibattito in merito a tale principio sia incentrato sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo sostenibile e come gran parte dei contenuti della successiva Dichiarazione di identità cooperativa del 1995 siano rinvenibili già nel report . Qualche anno dopo, in occasione del Congresso di Manchester del 1995 , il processo di “rinnovamento” dei principi cooperativi trova forma nell’attuale Dichiarazione d’Identità Cooperativa, che contempla separatamente anche il principio “preoccupazione per la comunità”, riconoscendo, così, un ruolo fondamentale alle cooperative in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale . Passando ora al contenuto del Settimo principio , il richiamo espresso allo “sviluppo sostenibile delle (loro) comunità” presenta delle connessioni con l’ambiente anche se non espressamente richiamato. A tale proposito, le cooperative rivestono un forte senso di responsabilità per la protezione dell’ambiente. Tuttavia, la “sostenibilità cooperativa” non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica , perché le cooperative non possono ignorare le conseguenze sociali delle proprie azioni e l’impatto sulla comunità. Spostando, ora, l’attenzione sull’ultima parte del Settimo principio si riconosce alle cooperative lo sviluppo di progetti per la comunità in conformità con le «politiche approvate dai (loro) soci». Tale precisazione vuole evitare che soggetti terzi alla cooperativa possano distorcere l’attività della stessa per soddisfare i propri fini. L’obiettivo è quello di stimolare la discussione tra i membri su come relazionarsi con la comunità per lo sviluppo sostenibile. I soci hanno un ruolo importante e diverso all’interno della cooperativa a differenza delle società profit , perché sono legati da un forte senso di appartenenza, che può essere letto come partecipazione e desiderio dei membri stessi ad essere coinvolti nell’attività . Infatti, la strategia per il processo decisionale e la pianificazione dei progetti all’interno della cooperativa seguono una logica bottom-up . Il Settimo principio è espressione di un “modo di fare impresa”, che va oltre la semplice “economia d’impresa”, perché le cooperative contribuiscono alla crescita economica e alla giustizia sociale all’interno della comunità in cui operano. Ulteriori spunti di riflessione sui principi cooperativi sono stati offerti dal Documento Esaminiamo la nostra identità cooperativa , che è stato predisposto per il 33° Congresso Mondiale delle Cooperative dell’ICA tenutosi in Corea nel 2021. Il documento è stato redatto tenendo in considerazione le Note di orientamento sui principi cooperativi (ICA 2015) e ha come scopo quello di approfondire l’identità cooperativa della Dichiarazione del 1995, per definire con maggiore chiarezza i valori e i principi cooperativi. L’identità cooperativa contribuisce, quindi, allo sviluppo sostenibile del Paese e, in particolare, alla realizzazione dell’Ottavo obiettivo dell’Agenda 2030 , che si prefigge di « incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva, un lavoro dignitoso per tutti ».

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