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Il Parlamento Europeo condanna i tirocini non retribuiti

Attualità - Gianluca Picco - 31 Ottobre 2020

Il Parlamento Europeo ha condannato la pratica degli stage, dei tirocini e degli apprendistati non retribuiti. Lo ha fatto approvando (con 574 a favore, 77 contrari e 43 astenuti) la proposta di “Risoluzione sulla garanzia per i giovani” lo scorso 8 ottobre.

Con tale atto non vincolante, ha esortato gli Stati membri a proporre possibili soluzioni per l’introduzione di uno strumento giuridico comune a tutti con l’obiettivo di garantire una remunerazione equa per la moltitudine di stagisti, tirocinanti e apprendisti non retribuiti dell’Unione, garantendo loro anche un ambiente di lavoro adeguato, un trattamento equo e paritario, l’accesso alla protezione sociale e alla formazione, periodi di prova di ragionevole durata, nonché il divieto di abuso dei contratti atipici.

È stato così riconosciuto, una volta per tutte, che il tirocinio non pagato «costituisce una forma di sfruttamento del lavoro dei giovani e una violazione dei loro diritti», invitando al contempo la Commissione UE a presentare un quadro giuridico che sia efficace e applicabile per il superamento di tali pratiche.

Alla luce del crescente tasso di disoccupazione giovanile che, ad agosto 2020, in Europa ha raggiunto il 17,6% (in aumento rispetto al 14,9% precedente alla pandemica crisi da Covid-19) e in Italia il 32,1%, i deputati europei hanno così, da un lato, accolto con favore la proposta della Commissione UE di rilanciare nel prossimo settennato (2021-2027) il programma Garanzia Giovani, dall’altro lato criticato il fatto che, nelle sue conclusioni del 21 luglio, il Consiglio Europeo ha significativamente ridotto (dal 15% al 10%) le risorse in gestione condivisa del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) destinate a sostenere l’occupazione giovanile, il che è «totalmente in contraddizione con l’ambizione dell’Unione di investire nei giovani».

Quindi, per sostenere i cittadini europei più giovani, secondo il Parlamento UE prima di tutto bisogna rafforzare – nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale post 2020 (MFF 2021-2027) – il finanziamento di Garanzia Giovani, che dalla sua istituzione nel 2013 ha aiutato ben 24 milioni di giovani a ricevere formazione, istruzione o lavoro. Inoltre, si suggerisce anche di inserire tale strumento all’interno di un sistema coerente di politiche sociali e assistenziali volte a garantire ai c.d. “NEET” (“Not in Education, Employment or Training”) l’accesso al mondo del lavoro, dell’istruzione o della formazione: si legge che «qualsiasi discriminazione subita dai giovani per qualsiasi motivo deve essere combattuta attivamente nei programmi di garanzia per i giovani».

Il rilancio a livello europeo del programma Garanzia Giovani e del problema della disoccupazione giovanile impone così anche nel nostro Paese l’avvio di un dibattito sugli stage, curricolari ed extracurricolari, dove un ruolo fondamentale viene chiesto anche al sindacato per suggerire investimenti sulla formazione delle persone, in particolare sui giovani, in questo difficile passaggio.

 

 

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