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Gender Statistic Database: rendere visibile il ruolo del genere nelle politiche per il clima

Attualità - Loretta Moramarco - 6 Luglio 2022

Il giurista deve essere consapevole che non esiste un “essere umano” astratto bensì persone, individui, portatori della propria unicità che la normativa deve “includere”, accettando essa stessa la sfida della complessità e, in quale misura, dell’incertezza (cfr. F. Bilotta e F. Raimondi (a cura di), Il soggetto di diritto: storia ed evoluzione di un concetto nel diritto privato, Pubblicazioni della Rivista Critica del Diritto Privato – Strumenti, Jovene, Napoli, 2020).

Caroline CriadoPerez, autrice di Invisibili come il nostro mondo ignora le donne dati alla mano, avvertiva che l’essere bianco e l’essere maschio sono dei dati impliciti.

Dobbiamo, quindi, evitare di separare l’oggetto di conoscenza dal conoscente, da cui il dogma di una conoscenza che sia lo specchio della realtà oggettiva, il che elimina il soggetto osservatore e concettore” [Edgar Morin].

Uno degli strumenti a disposizione dei decisori europei è l’EIGE Gender Statistic Database. Il database delle statistiche di genere è un centro di conoscenza completo per le statistiche di genere e le informazioni su vari aspetti della (dis)uguaglianza tra donne e uomini.

Lo scopo principale di questo database è:

·        costruire un’ampia panoramica delle statistiche sul genere, evidenziando le differenze e le disuguaglianze tra i due sessi.

·         aiutare a valutare se, o in che misura, l’uguaglianza di genere venga di fatto raggiunta.

·         agire come una risorsa affidabile nella formulazione e nel monitoraggio di politiche vantaggiose sia per le donne che per gli uomini e che facilitino l’assunzione di decisioni che siano in grado di realizzare l’uguaglianza di genere.

In altre parole, statistiche e indicatori sulla situazione delle donne e degli uomini sono necessari per descrivere i ruoli delle donne e degli uomini nella società, nell’economia e all’interno della famiglia, per fornire la base per lo sviluppo di politiche SMART e stabilire un monitoraggio e una valutazione della loro efficacia.

Navigando i vari items, possiamo focalizzare la nostra attenzione su women and man in decision-making, al cui interno vi è la voce environment and climate change.

All’interno vi sono statistiche su donne e uomini in posizioni decisionali chiave con competenze in materia di ambiente e cambiamento climatico. Ci sono 6 macro indicatori: la proporzione tra donne e uomini negli organismi decisionali a livello internazionale; nel Parlamento Europeo e nella Commissione; nelle Istituzioni dell’UE e agenzie europee che operano nei settori legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici; nelle ONG a livello europeo che operano in settori legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici; negli organismi decisionali a livello nazionale; in agricoltura.

I dati a livello internazionale riguardano le posizioni decisionali nell’Ufficio di presidenza della Conferenza delle parti e le delegazioni alla Conferenza delle parti (COP) e gli organismi sussidiari (l’Organismo sussidiario per la consulenza scientifica e tecnologica e l’Organismo sussidiario per l’attuazione, noti come SB) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Per quanto riguarda le istituzioni europee, i dati sono disponibili nella relazione dell’EIGE Women and the Environment: Gender Equality and Climate Change, elaborata durante la Presidenza danese del 2012. Commissione europea e Parlamento europeo pubblicano i dati aggiornati sui propri siti web. Nelle istituzioni e nelle agenzie europee che si occupano di tematiche afferenti all’ambiente vi è la tendenza a una maggiore rappresentatività femminile (gli ultimi dati sono del 2021), con alcune eccezioni quali il settore dei trasporti. Nelle ONG, vi è una leggera prevalenza della componente femminile (60%, contro il 40% degli uomini).

L’EIGE monitora regolarmente la quota di donne in posizioni di potere nell’ambito dell’ambiente e del cambiamento climatico all’interno dei paesi membri dell’UE. Le serie temporali dei set di dati iniziano dal 2012 e gli ultimi dati sono del 2020 o del 2021.

A livello nazionale, solo il 26,8% dei ministri di governo responsabili delle politiche sull’ambiente e sui cambiamenti climatici sono donne. Il dato in sé non appare positivo ma il confronto con il 2012 (19,2%) dimostra i passi avanti compiuti. All’interno dei parlamenti nazionali degli Stati membri dell’UE, le commissioni parlamentari che esaminano le questioni politiche e controllano l’azione del governo in relazione all’ambiente e ai cambiamenti climatici mostrano un’analoga mancanza di equilibrio di genere, essendo composte per il 29,7% da donne. L’Italia fa parte dei paesi virtuosi (Svezia, Italia e Spagna hanno tutte il 40%) mentre i dati peggiori si registrano in Romania, Slovenia e Malta (almeno il 90% di uomini). Nei ministeri nazionali che attuano le politiche governative in materia di ambiente e cambiamenti climatici, le donne rappresentano il 42,5 % dei primi due livelli di amministratori nel 2020 (erano il 33,1 % nel 2012). Tuttavia, le donne sono notevolmente meno rappresentate nelle prime posizioni livello di gestione (31,7 % al livello 1 rispetto al 45,3 % al livello 2).

EIGE valuta anche la presenza delle donne in agricoltura, reputandola un’attività importante per mantenere la qualità dell’ambiente e fermare il cambiamento climatico. Anche questo settore, tuttavia, registra una notevole diseguaglianza di genere: le donne che conducono un’azienda agricola solo meno del 30% e si occupano prevalentemente di piccole e medie attività (meno di 20 ettari).

Come si comprende dalla breve analisi condotta, l’EIGE fornisce dati che riguardano – essenzialmente – la presenza delle donne e la rilevanza delle posizioni ricoperte nella politica (nazionale, europea e internazionale) e in un settore economico strategico (l’agricoltura).

Si tratta di informazioni necessarie, ma chiaramente non sufficienti.

Un approccio innovativo ai dati, è quello prospettato dalle ricercatrici americane Catherine D’Ignazio e Lauren F. Klein nel loro Data Feminism (accessibile gratuitamente, pubblicato da MIT Press nel 2020). Le autrici presentano un nuovo modo di pensare alla scienza dei dati e all’etica dei dati, ispirato dal pensiero femminista intersezionale.

Il femminismo dei dati è molto più del genere: riguarda il potere, chi ce l’ha e chi no, e come queste differenze di potere possono essere sfidate e sovvertite.

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