Discriminazione ambientale per genere, età e appartenenza alla comunità indigena
Attualità -
Loretta Moramarco - 13 Marzo 2023
Si è tenuto dal 9 al 13 febbraio, il Sesto Forum Globale dei Popoli Indigeni , dedicato a Indigenous Peoples’ Climate Leadership: Community-based solutions to enhance resilience and biodiversity .
Il Forum , che si tiene ogni due anni, è una piattaforma dinamica per un dialogo costruttivo in cui i rappresentanti delle popolazioni indigene condividono le loro preoccupazioni, richieste e raccomandazioni al fine di rafforzare la partnership con l' International Fund for Agricultural Development (IFAD) e, di conseguenza, l'efficacia dell'impegno dell'IFAD con i popoli indigeni.
Istituito nel 2011, il Forum costituisce un processo permanente di consultazione e dialogo tra i rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni dei Popoli Indigeni, dell'IFAD e dei Governi.
Il Sesto Forum Globale dei Popoli Indigeni affronta e definisce alcune questioni chiave che mostrano il legame tra etnia ed effetti del cambiamento climatico : come il cambiamento climatico stia influenzando la capacità di sostentamento vitale delle terre e dei territori delle popolazioni indigene; quanto le politiche e le azioni sul clima perpetuino le esclusioni storiche delle popolazioni indigene . Affinché i popoli indigeni esercitino un’effettiva leadership e superino la vulnerabilità climatica, sono necessari più fattori: sicurezza del territorio; rispetto per il governo e le istituzioni delle popolazioni indigene; rispetto per le loro conoscenze tradizionali. Solo in tale cornice, infatti, è possibile valorizzare le risposte – pratiche ma anche concettuali – fornite dalle popolazioni indigene rispetto al cambiamento climatico.
Come è noto la risoluzione 48/13 adottata l’8 ottobre 2021 dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc), oltre ad aver affermato, per la prima volta, the human right to a clean, healthy and sustainable environment , riconosce come le conseguenze sui diritti umani dei danni ambientali siano maggiormente avvertite da quelle componenti della popolazione che si trovano già in condizioni di vulnerabilità, quali i popoli indigeni , le persone anziane, le persone con disabilità, le donne e le bambine .
Non a caso, tra i partner del Forum, vi è l’ International Indigenous Women’s Forum , una rete globale di leader e organizzazioni di donne indigene attiviste di tutto il mondo.
Nel meeting del 2023, uno slot è stato dedicato proprio alla prospettiva di genere, in collaborazione con il Gender Team all’IFAD.
L'IFAD è un'istituzione finanziaria internazionale e un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma, il polo alimentare e agricolo delle Nazioni Unite.
Come si legge sui documenti istituzionali, l’obiettivo di IFAD è raggiungere gli obiettivi del SDG1 no poverty e SDG2 zero hunger . I programmi IFAD contribuiscono anche ad altri obiettivi dell’Agenda 2030, quali il SDG4 (educazione di qualità), SDG7 (energia pulita ed accessibile), SDG8 (lavoro dignitoso e crescita economica), SDG9 (industria, innovazione e infrastrutture) e SDG13 (azioni climatiche).
Nel report 2021 dell’IFAD, l’allegato VI è dedicato a Mainstreaming environment and climate, gender, nutrition and youth . Per mainstreaming si intende il processo attraverso il quale innovazioni sperimentate in un ambito circoscritto vengono trasposte a livello di sistema in un ambito più generale. Per quanto riguarda il genere, l’IFAD ha promosso il Gender Transformative Mechanism in the context of Climate Adaptation , finalizzato a sostenere e incentivare i governi partner IFAD ad aumentare gli investimenti, potenziare le capacità e intensificare le attività per raggiungere risultati di trasformazione di genere su larga scala nelle zone rurali. L'iniziativa è stata finanziata con 16 milioni di dollari nel 2021.
L'emancipazione delle donne è stata stimata osservando il potere delle donne di prendere decisioni sul proprio reddito e l'accesso delle stesse alle risorse economiche. I risultati indicano buoni progressi nell' empowerment .
Nel report l’IFAD afferma di adottare un approccio olistico (quindi intersezionale): il 94% dei progetti approvati dall’IFAD 11 riguarda due o più priorità e il 70 per cento ne ha affrontate tre o più.
I fattori di discriminazione ambientale considerati, in chiave intersezionale, sono pertanto: genere, età e appartenenza alla comunità indigena.
Un esempio di un progetto che integra i quattro temi è il Planting Climate Resilience in Rural Communities del nord est del Brasile, pensato per essere gender-transformative , nutrition-sensitive and youth-sensitive e focalizzato sulle comunità indigene per interrompere un ciclo di strategie di coping negative in un'area colpita da siccità gravi e ricorrenti.
Da segnalare anche gli strumenti dell'IFAD per garantire, valutare e monitorare il l'attuazione dell'agenda di mainstreaming , tra cui il Gender Action Learning System (GALS), che contiene moduli su cambiamenti climatici, nutrizione e/o giovani, e l’indicatore di empowerment . L'IFAD ha istituzionalizzato una misura di empowerment progettato durante l'IFAD11 per tutti i progetti gender-trasformative , una versione semplificata del Women's Empowerment in Agriculture Index (pro-WEAI). Il Pro-WEAI è stato sviluppato dall’ International Food Policy Research Institute , dall’ Oxford Poverty and Human Initiative e dall’ United States Agency for International Development .