Alunno disabile espulso: condannata la scuola per discriminazione
La prima sezione civile del Tribunale di Milano – con una sentenza depositata nel mese di febbraio 2020 – ha statuito che è da considerarsi condotta discriminatoria l’espulsione di uno studente disabile da una scuola di formazione professionale per motivi comportamentali legati alla sua condizione.
Il giudice, pertanto, ha condannato il centro di formazione a risarcire ai genitori dello studente l’intero danno causato (oltre alle spese legali), pari a otto mila euro.
Più approfonditamente, l’istituto in questione non solo ritardava la convocazione del Gruppo Lavoro Handicap Operativo (GLHO) e non redigeva il c.d. PEI (“Piano educativo individualizzato”) per il ragazzo allora frequentante il secondo anno del corso di “Operatore della ristorazione – Preparazione pasti”, bensì dapprima gli riduceva drasticamente il numero di ore di lezione, poi lo sospendeva disciplinarmente e infine lo espelleva dal corso nel gennaio 2019 a causa del suo comportamento, ritenuto “aggressivo e intemperante”.
In tal modo – secondo il Tribunale di Milano – la scuola ha disatteso gli obblighi imposti per legge e non ha predisposto gli strumenti idonei (sostegno, adattamento del programma di studio) per consentire allo studente disabile l’integrazione scolastica in condizioni di parità con gli studenti normodotati, tenendo conto delle caratteristiche fisiche, psichiche e affettive dell’alunno. Ed è proprio in questa omissione che si identifica la condotta discriminatoria posta in essere dall’istituto che, così facendo, ha di fatto pregiudicato la possibilità di integrazione scolastica dello studente; inoltre, da queste stesse omissioni deriva l’illiceità anche delle ulteriori condotte pregiudizievoli addebitate come discriminatorie (riduzione del tempo scuola, sospensione ed espulsione).
Invero, a parere del giudicante, la corretta adozione degli strumenti previsti dal legislatore avrebbe non solo verosimilmente consentito alla scuola stessa di contenere e gestire le intemperanze dell’alunno in maniera efficace e costruttiva, ma “avrebbe altresì escluso qualunque possibilità di censura a provvedimenti anche eventualmente pesanti, quali l’allontanamento, ove necessari per l’incolumità degli altri alunni o del corpo docenti”.
Un decisum che va annotato quale passo in avanti per una maggior sensibilizzazione in merito all’importanza dell’inclusione delle diversità all’interno degli ambienti scolastici (e non solo), che deve muovere da un corretto utilizzo degli strumenti di supporto previsti dal nostro ordinamento.
Approfondimenti