Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà
Il 17 ottobre 2020 si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Povertà.
Il binomio lavoro/povertà che caratterizzava il lavoro dell’Ottocento e della prima metà del Novecento è tornato di estrema attualità nel Ventunesimo secolo (AGENDA GLOBALE 2030), sì da imporre una
nuova riflessione giuridica relativa alla perdurante centralità, nell’ordinamento italiano, del «lavoro» che costituisce ex art. 1 Cost. il fondamento dell’ordine politico e il titolo della legittimazione civile e politica
in quanto strumento dell’emancipazione individuale e sociale della persona.
Il tema è al centro del progetto triennale 2020-2022 WORKING POOR N.E.E.D.S.: NEw Equity, Decent work and Skills finanziato nel bando PRIN 2017 che coinvolge, oltre all’Università di Udine (capofila), gli atenei di Bologna, Milano Statale e L’Aquila, con la presenza di 40 accademici , di cui 6 posizioni junior (post doc) coinvolte nel percorso.
Il progetto si snoda su più piani. Guardando all’Europa, se da un lato, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea pone il diritto al lavoro sullo stesso piano delle libertà, non essendoci una gerarchia né il riconoscimento di uno statuto privilegiato per il lavoro, tanto da appiattire il valore del lavoro sul diritto a lavorare, dall’altro, emerge da parte delle istituzioni UE l’attenzione costante per il lavoro quale elemento fondante le società democratiche: l’aumento dell’occupazione costituisce infatti uno degli obiettivi principali della STRATEGIA EUROPA 2020, insieme a quello della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Nella Costituzione italiana il «lavoro» porta con sé anche il diritto ad una retribuzione proporzionata e sufficiente tale da garantire un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia (art. 36 Cost.) così evidenziando che il lavoro rappresenta lo strumento per tutelare la dignità della persona e consentirne il pieno sviluppo nonché l’esercizio dei diritto civili e politici. L’Italia, dunque, è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma se questo è fonte di povertà si mette in discussione lo stesso fondamento della democrazia. Il lavoro, in una prospettiva valoriale, è quindi il “lavoro dignitoso”, c.d. decent work, antagonista del fenomeno opposto, quello della “in-work poverty” e dei “working poor”, cioè dei lavoratori poveri nonostante un’occupazione.
Partendo dai dati sulla povertà assoluta e relativa, e circoscrivendo l’area di indagine ai working poor, la ricerca udinese ha l’obiettivo di individuare — se necessario anche oltre i confini del diritto del lavoro — le
tecniche rimediali idonee alla tutela dei principi nei quali si riflettono i valori della persona, posti dalla Costituzione repubblicana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, e a contrastare il
fenomeno sempre più preoccupante della povertà “nel” lavoro e “nonostante il” lavoro, nel contesto delle trasformazioni organizzative dell’impresa, anche – ora – con riguardo alla pandemia in corso.