Neutralità o disparità? L’ultima pronuncia della Corte di Giustizia Europea e l’insostenibile leggerezza del credere
Sinossi: Il contributo ricostruisce la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea rispetto alla possibilità di portare il velo islamico e ai requisiti di necessarietà e proporzionalità richiesti dai giudici di Lussemburgo per una limitazione legittima del diritto di libertà religiosa. Lo studio si occupa poi di analizzare l’ultima sentenza, del 18 novembre scorso, con la quale la Corte ha stabilito che anche un ente pubblico può, a determinate condizioni, vietare ai propri dipendenti di indossare qualsiasi segno visibile di convinzioni politiche, religiose o filosofiche sul luogo di lavoro. Tale regola, secondo i giudici di Lussemburgo, se applicata in modo generale e indifferenziato, può essere giustificata dalla volontà di un Comune di organizzare un ambiente amministrativo totalmente neutro.
Abstract: This study reconstructs the jurisprudence of the European Court of Justice with reference to the possibility of wearing the Islamic headscarf and the requirements of necessity and proportionality required by the Luxembourg courts for a legitimate limitation of the right to religious freedom. The contribution then goes on to analyze the latest ruling, dated Nov. 18, in which the Court ruled that even a public body may, under
certain conditions, prohibit its employees from wearing any visible sign of political, religious or philosophical
beliefs in the workplace. This rule, if applied generally and undifferentiated, can be justified by a municipality’s desire to organize a totally neutral administrative environment.