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Cambiamento climatico e violenza di genere

Giornate Internazionali - Loretta Moramarco - 20 Novembre 2023

Il cambiamento climatico può essere efficacemente rappresentato come una tempesta che colpisce l’intera umanità. Tuttavia ciascuno di noi possiede un differente “mezzo” per navigarla. La solidità della nostra barca dipende dalle situazioni di vulnerabilità che viviamo e da come la società agisce per evitare che si tramutino in mere discriminazioni.

La violenza di genere è uno dei fattori che rischia di far affondare le donne.

Già nel 2019, l’United Nations Framework Convention on Climate Change secretariat aveva dichiarato che “il cambiamento climatico è riconosciuto come un grave aggravante della violenza di genere. In tutto il mondo, le crisi provocate dal cambiamento climatico hanno anche dimostrato di aggravare la violenza domestica, sia in relazione alla salute sessuale e riproduttiva che alla discriminazione nei confronti delle comunità indigene. Una particolare vulnerabilità è quella delle donne e delle ragazze sfollate: un rifugiato su cinque o donne sfollate ha subito violenza sessuale”.

Un importante documento, datato 2022, è stato presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a luglio 2022 dal Special Rapporteur on violence against women and girls. Il report esamina il nesso tra la crisi climatica, il degrado ambientale, l’allontanamento forzato dal proprio luogo di origine e le violenze contro le donne e le ragazze. Le conclusioni riconoscono la necessità di una lettura intersezionale: “gli impatti immediati e a lungo termine del degrado ambientale, insieme agli eventi climatici improvvisi e a lenta insorgenza, eserciteranno un effetto cumulativo sulle donne”.

Il report riconosce che la violenza contro le donne, pur essendo un fenomeno globale, “colpisce in modo sproporzionato le donne con molteplici vulnerabilità, come quelle che vivono in povertà, le donne che appartengono a popolazioni indigene e le persone con disabilità. La violenza contro le donne si interseca anche con i fenomeni socio-politici ed economici, tra cui il conflitto armato, l’allontanamento forzato dal paese di origine e la scarsità di risorse”. Ciò comporta una femminilizzazione della vulnerabilità. Pertanto la violenza contro le donne e le ragazze andrebbe affrontata nell’ambito dell’emergenza climatica.

Tra le raccomandazioni finali si segnala la richiesta agli Stati di adottare e attuare un quadro legale e istituzionale gender-responsive ; la richiesta di porre particolare attenzione all’istituzione di un piano d’azione globale e solido in materia di genere in relazione alle tre Convenzioni di Rio – la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (UNCBD) e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Desertificazione (UNCCD) – e alla COP 27.

Il report correttamente evidenzia la necessità di guardare alle donne e alle ragazze come resilient change makers e non solo come vulnerable victims, sostenendone la partecipazione e l’educazione ambientale.

 

L. Moramarco è Research Fellow in Private Law, University of Bari Aldo Moro, Project CROSS: Building Multisystem Resilience Approaches as New Opportunities to Deal with Stressful Situations CoFinancier AReSS Puglia, Strategic Regional Agency for Health and Social Affairs

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