Che genere di risparmio energetico?
Il percorso degli Stati verso la sostenibilità ambientale passa anche attraverso la riduzione del consumo e dello spreco di energia. Non a caso il tema è stato oggetto di atti e provvedimenti in sede UE. La direttiva sull’efficienza energetica (2012/27/UE), entrata in vigore nel dicembre 2012, ha imposto agli Stati membri di definire obiettivi nazionali indicativi in materia di efficienza energetica, pubblicando un piano di azione nazionale per l’efficienza energetica ogni tre anni, al fine di garantire che l’UE raggiungesse il suo obiettivo principale di ridurre il consumo energetico del 20 % entro il 2020. Nel 2018 la Direttiva è stata rivista ((UE) 2018/2002) fissando l’obiettivo di ridurre il consumo di energia primaria e finale dell’UE del 32,5% entro il 2030 e imponendo agli Stati membri di mettere a punto misure volte a ridurre il loro consumo annuo di energia in media del 4,4 % entro il 2030. Per il periodo 2021-2030, ogni Stato membro è chiamato a elaborare un piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNEC) di durata decennale. Nel luglio 2021 la Commissione ha presentato una proposta di revisione (COM(2021)0558) della direttiva sull’efficienza energetica nell’ambito del pacchetto «Realizzare il Green Deal europeo».
Tali strategie si occupano, ovviamente, anche dei consumi domestici senza, tuttavia, adeguatamente valutare un elemento che le ricerche scientifiche hanno dimostrato essere rilevante: il genere. Gli studi hanno, infatti, reso palese l’importanza anche per la sostenibilità ambientale dell’inclusione delle marginalized voices nonché l’impatto positivo indiretto delle iniziative che riducono le disuguaglianze tra donne e uomini.
Di recente il caso Italia (con particolare riferimento alla Lombardia, quale regione con la più alta domanda di energia del Paese) è stato oggetto di una pubblicazione scientifica: The role of gender and self-efficacy in domestic energy saving behaviors: A case study in Lombardy, Italy (Nicola Rainisio, Marco Boffi, Linda Pola, Paolo Inghilleri, Ilaria Sergi, Maura Liberatori). La ricerca approfondisce il rapporto tra genere, autoefficacia percepita e comportamenti di risparmio energetico domestico. Il divario più ampio tra uomini e donne risiede nella diversa convinzione di poter rappresentare un modello e un esempio per il comportamento degli altri. La ricerca mostra che non esiste una maggiore sensibilità al tema del genere femminile bensì un maggior scetticismo degli uomini sull’impatto effettivo che i comportamenti individuali possono esercitare sulla società in generale.
Si tratta di dati importanti per il decisore pubblico e, in generale, per chi si occupi di promozione di comportamenti sostenibili, i quali, spesso, considerano i destinatari delle politiche gruppi omogenei.
Dal punto di vista dell’efficacia comunicativa, la ricerca cita il positivo esempio della campagna Donne in Classe A dell’ENEA, Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica.
La auspicabile promozione di una prospettiva di genere nella progettazione di politiche di sostenibilità non si risolve, ovviamente, nel mero coinvolgimento attivo delle donne, bensì con la considerazione dei ruoli di genere a diversi livelli. I ricercatori invitano a considerare alcuni aspetti quali l’accessibilità dei gruppi, la possibilità di acquisire potere decisionale, le condizioni materiali per mantenere l’appartenenza attiva nel tempo, le opportunità di partecipare alle iniziative.